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Il Santuario archeologico di Machu Picchu

Aggiornamento: 30 nov 2022

La città inca di Machupicchu si trova 112.5 km a nord-est di Cusco, a oltre 2.350 metri di altitudine, all'interno del Parco Archeologico di Machupicchu (conosciuto anche come "Santuario Storico"), che comprende un vasto territorio della Provincia di Urubamba nella sezione di Cusco. Il parco è ubicato sul lato orientale della Cordigliera di Vilcabamba, la quale confina con i fiumi Apurímac e Urubamba. L'intera area è stata dichiarata zona protetta con lo scopo di preservare la flora, la fauna, le formazioni geologiche e i resti archeologici.

Domina il paesaggio del Santuario il maestoso Salkantay (6.271 m), nevaio principale della Cordillera de Vilcanota, venerato dai locali come Apu o divinità tutelare.

Oltre a Machu Picchu, nel Santuario esistono 34 complessi archeologici, collegati dal Capac Ñan (Cammino Reale), l'antica strada degli Inca, oggi percorribile dai turisti nel suo tratto finale. Di notevole interesse sono le costruzioni inca di Runquracay, le rovine di Sacyamarca (simili a Machu Picchu), la cittadella di Phuyupatamarca ("villaggio sulle nubi"), le rovine di Huiñayhuayna ("eterna giovinezza"), l'Intipuncu e il Tempio della Luna.

La flora è esuberante: dalle graminacee, nelle zone alte, agli alberi in quelle basse. Esistono inoltre circa 200 specie di orchidee. Tra la fauna si trovano più di 300 specie di uccelli (tra i quali il condor Vultur gryphus e diverse specie di colibrì) e vari mammiferi (il "puma" Felis colorato, il "tigrotto" Felis pardalis, alcune specie di scimmie e ofidi). Alcune specie rischiano l'estinzione, come il galletto delle rocce, l'orso con gli occhiali (chiamato "Ucumari", unico orso del Sudamerica), la nutria e il gatto della montagna.


Machupicchu

La grandiosa città di Machupicchu rappresenta una concreta sfida dell'uomo nei confronti della natura; fu costruita sul dorso di uno sperone sporgente nella parte intermedia di una montagna, dove secondo una studiosa peruviana, Alfonsina Barrionuevo, la città "sospende i propri palazzi ed i propri templi sul granitico canyon di Urubamba, a penzoloni sopra il fiume". Il terreno è scosceso, corto e con molti dislivelli, ragione per cui questo antico centro inca non ha le caratteristiche di una città convenzionale e presenta invece molteplici unità sparse per tutta la zona, a diverse altitudini, separate da precipizi impressionanti e unite da sentieri spesso angusti e pericolosi. Machupicchu è circondata da montagne sulle cui cime gli inca edificarono altari cerimoniali, esprimendo in questo modo il carattere sacro della zona e l'importanza spirituale che ebbe per loro. La visione religiosa del mondo da parte degli antichi peruviani è ben espressa nell'architettura, impressa su ogni pietra di questo colossale monumento.

Machupicchu era essenzialmente costituito da due settori, quello urbano e quello agricolo. I nomi dei quartieri furono assegnati dallo scopritore di questa antica città, il professor Hiram Bingham, basandosi sulla loro potenziale funzione.

Settore Agricolo

È il primo settore che si incontra entrando nel complesso archeologico: occupa tutta la parte sud-orientale della città ed è formato principalmente da terrazzamenti, un tempo destinati alla coltura di mais e patate.

Le strutture principali sono:

- il Posto di vigilanza, una piccola abitazione di sole tre pareti, oggi restaurata con il tetto in "uchu" (tipica erba andina), da dove si scatta la famosa foto panoramica.

- la Roccia funeraria, un monolito collocato intenzionalmente in posizione isolata e tagliato a forma di altare, con gradinate laterali. Secondo alcuni serviva per realizzare il processo di imbalsamazione dei defunti, ma non si esclude una relazione con l'osservatorio solare, perché nel solstizio d'inverno la luce del sole si proietta dall'Intipunku (o Porta del Sole) proprio su questa roccia. - la Kallanka, o Recinto dei Dieci Vani, una costruzione che per dimensione e morfologia potrebbe essere servita come "tambo", luogo di ristoro e di albergo per varie persone.


Settore Urbano

Il settore urbano è a forma di "U" e ha due grandi complessi architettonici con strade e scalinate che in totale ammontano a 3000 scalini, oltre a un adeguato sistema di canali idraulici per il consumo umano e per l'irrigazione. Le costruzioni sono a pianta rettangolare. Molti dei recinti hanno solo tre pareti. Generalmente furono ricoperti da rami di alberi e paglia. Le porte e le finestre sono a forma trapezoidale così come le nicchie dei muri dove erano collocati gli idoli e gli altri oggetti.


Il settore è così strutturato:

Una Fossa Secca divide il settore agricolo da quello urbano. Machupicchu era una città esclusiva, popolata dalla nobiltà e dalla casta sacerdotale, di conseguenza si pensò di assicurarla con un sistema protettivo.

Seguono sedici Sorgenti Liturgiche, disposte in successione e affiancate da gradinate di accesso. La sorgente primaria si trova di fronte a una costruzione di sole tre pareti, denominata "Wayrana", probabilmente un centro cerimoniale dove il "Willaq Uma" (il Sommo Sacerdote) celebrava il culto dell'acqua, elemento sacro nella tradizione precolombiana.

Ad un livello superiore, una splendida porta con doppio stipite dà accesso al Tempio del Sole (conosciuto anche come "El Torreón"), che fu un complesso originariamente protetto e ben difeso. È opportuno segnalare che nell'Incanato (l'impero) solo i sacerdoti e l'Inca avevano accesso ai templi, che pertanto rimanevano chiusi. Il resto della popolazione celebrava i culti tradizionali nella grande Piazza Principale, al centro della città. Il Tempio del Sole ha pianta semicircolare: la parete curva presenta due finestre, una orientata verso est e l'altra verso nord. Pare che si tratti di un osservatorio solare, forse il più importante di Machu Picchu. Dalla finestra orientale è possibile fissare con precisione il solstizio d'inverno, basandosi sulla proiezione dell'ombra sulla roccia centrale. Al centro del tempio si trova un altare intagliato nella roccia, luogo dedicato al culto di Inti (il Sole). La parete posteriore, dritta, è conosciuta come la "Porta dei Serpenti": i fori sono molto simili a quelli del Tempio delle Stelle del Coricancha, che secondo Garcilaso de la Vega ostentava ornamenti in pietra, oro e argento. Nella parete sono intagliate alcune nicchie, utilizzate per collocarvi idoli e offerte cerimoniali. Al di sotto del Tempio de Sole si trova una grotta, che Bingham battezzò come "Tomba Reale": lì sarebbe stato custodito il corpo dell'Inca, figlio del Sole, anche se la teoria è poco credibile, dal momento che gli inca erano soliti mummificare le spoglie dei sovrani per poi condurle in processione durante i riti principali. Al fianco del tempio si appoggia un edificio a due piani, ben rifinito, conosciuto come "Recinto della Ñusta" (principessa), probabile dimora del Sommo Sacerdote.

Di fronte al tempio sorge il "Gruppo del Re", unica "kancha" (casa per una famiglia estesa) del settore, considerata l'abitazione dell'Inca. La costruzione consta di due ampie stanze e due piccole "wayranas" attorno a un patio centrale. La stanza a est rappresenterebbe la zona notte: le pietre lavorate sarebbero state il letto dell'Inca, mentre nell'angolo a nord si troverebbero i "servizi igienici". La stanza di fronte è conosciuta come lo "studio" del sovrano e le due "wayranas" sarebbero state utilizzate come cucina e atellier. Al centro del patio c'è una pietra lavorata, utilizzata come mortaio per macinare il grano e gli alimenti.

Uscendo dal complesso si arriva alla "Cava" o "Caos Granítico", un'area con blocchi sparsi di granito che si pensa siano stati trasportati dalle montagne adiacenti. Qui venivano tagliati e utilizzati per la costruzione degli edifici di Machu Picchu.

Dalla cava si può proseguire verso sud-est, per arrivare al settore noto come "Gruppo Superiore", una serie di edifici che pare fossero di uso pubblico, dato il numero rilevante di "qolcas" (depositi di derrate). L'unico accesso per chi proviene da sud è la Porta Principale della città, ingresso preferenziale per l'élite residente. Dall'interno è possibile individuare il sistema di sicurezza, con un anello di pietra sull'architrave e dei chiodi negli stipiti. A ovest della cava si trova invece il "Gruppo Sacro", con una Piazza Sacra su cui sorge il Tempio Principale, tipica "wayrana" di tre pareti con sette nicchie trapezoidali al centro e cinque sui lati. È un esempio del sistema di incastro dei blocchi, che combaciano come tessere di un puzzle. Oggi si ignora la divinità adorata nel tempio, sebbene molti storici ritengano che si tratti di Wiraqocha, noto dio del pantheon inca. All'estremo nord della piazza sacra si trova il Tempio delle Tre Finestre, un'altra "wayrana" a pietre poligonali. Secondo alcuni sarebbe la rappresentazione simbolica del Tamputocco, o "montagna dalle tre finestre", leggendario luogo d'origine dei fratelli Ayar, capostipiti degli Inca. Di fronte al Tempio Principale si colloca la Casa del Sacerdote, mentre alle sue spalle si trova un piccolo recinto con una insolita piattaforma al centro, una sorta di sofà di pietra. Il recinto è noto come la "Camera degli Ornamenti", una sorta di sacrestia andina del tempio. Dalla Piazza Sacra una scalinata conduce all'Intiwatana, l'orologio solare. Il nome fu coniato da George Squier nel 1877, giacché non compare in nessuna cronaca coloniale. Letteralmente significa "luogo dove si attacca il sole", ma la denominazione corretta sarebbe "saywa" o "sukhanka", come indicato negli antichi manoscritti. Si tratta di piattaforme sovrapposte sulle quali poggia un monolito scolpito con angoli orientati: la costruzione culmina in un prisma alto 36cm che proietta la luce del sole sul pilastro sottostante. L'angolo a sud del poliedro ha un'inclinazione di 13°, che è la stessa latitudine di Machupicchu: il 22 settembre, equinozio di primavera, il sole non proietta nessuna ombra sul pilastro. È dunque indubbio che fu utilizzato quale osservatorio solare, attraverso la misurazione delle ombre proiettate. All'estremo nord di Machupicchu si trova il complesso della "Roccia Sacra": due "wayranas", una di fronte all'altra, sembrano fungere da templi dedicati al culto della grande roccia che si erge al centro, su un piedistallo di pietra. Nella religione andina si ritiene che le montagne siano o possiedano "apu", spiriti superiori protettori degli uomini. Molti studiosi ritengono che la Roccia sacra non sia altro che la fedele riproduzione della montagna alle sue spalle, chiamata "Yanantin": in effetti il profilo della roccia sembra una rappresentazione in scala della montagna. Tuttavia alcuni affermano che la pietra avesse in origine un'altra forma, forse quella di un puma. Dietro la roccia inizia il cammino che conduce al Wayna Picchu ("giovane montagna", in contrapposizione a Machu che significa "antica"). Nella parte orientale di Machupicchu, attraversata la Piazza Principale, si entra nel quartiere abitativo, con ogni probabilità popolato da artigiani. Le pareti sono infatti di tipo "pirka" (pietre dozzinali unite con il fango) e gli edifici sembrano essere piccoli appartamenti e magazzini. Il tetto, costituito da una struttura lignea ricoperta di paglia, poggiava su sporgenze di pietra. In questo settore si distinguono il "Complesso delle tre porte", l'"Intimachay" ("Grotta del Sole") e il "Gruppo dei Mortai". Quest'ultimo, noto anche come "Quartiere Industriale", è indipendente dal resto delle costruzioni e ancora vi si trovano due mortai circolari dello stesso diametro, forse utilizzati per fabbricare tessuti o ceramiche. Uno dei complessi architettonici più affascinanti ed enigmatici di Machupicchu è il "Tempio del Condor", a sud-est del Quartiere Industriale. Il tempio è una sorta di labirinto in cui si colloca una scultura che presenta gli elementi tipici del condor andino: il becco, il collare bianco intorno al collo e l'apertura alare. È indubbio che si trattasse di un luogo sacro dedicato al culto dell'"Apu Kuntur", uno dei tre animali sacri, insieme con serpente e puma. C'è chi considera che qui sorgessero le prigioni di Machupicchu e che i condannati a morte venissero dilaniati dai condor. Secondo questa interpretazione le nicchie disposte negli antri (con piccoli fori negli stipiti) sarebbero state usate per ammanettare i prigionieri. Le nicchie più grandi avrebbero avuto invece la funzione di racchiudere i detenuti "murati vivi": dai piccoli vani intagliati nella parete avrebbero respirato e mangiato.

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